Sentiero storico

La mandragora tra mito e scienza

Teofrasto

teofrastoLa mandragora non si poteva estirpare come qualsiasi altra pianta. Poichè il suo grido era ritenuto fatale per un incauto raccoglitore bisognava seguire delle procedure precise per poterla svellere dal terreno. Nei secoli vennero elaborati molti metodi ma ognuno di questi presentava somiglianze con quello descritto da Teofrasto, uno dei più grandi botanici dell’antichità (IV-III secolo a.C.), nel suo erbario “Historia Plantarum”: l’erborista si inclinava nella direzione del tramonto, rendeva omaggio alle divinità infernali, vale a dire le forze telluriche, tracciava con una spada di ferro mai usata tre cerchi magici attorno alla pianta, volgendo il viso per preservarsi dalle emanazioni nocive che potevano far gonfiare il corpo, se non si aveva la precauzione di proteggerlo con l’olio. Per evitare di venire ucciso dal suo grido fatale l’erborista si turava le orecchie con la cera e attaccava un cane alla pianta, poi gli gettava un pezzo di carne, il cane si slanciava in avanti e cadeva a terra morto. Ma la mandragora era infine dissotterrata.