Il sentiero botanico

la mandragora tra mito e scienza

Belladonna

belladonnaQuesta è la pianta più nota, dal punto di vista farmacologico, della numerosa famiglia delle Solanaceae, per il suo contenuto di “atropina”. Il nome “belladonna” indica l’antica consuetudine femminile di instillare il succo della pianta negli occhi per ottenere uno “sguardo sognante”, molto apprezzato in altri tempi, in realtà dovuto a dilatazione pupillare.

È una pianta erbacea alta fino ad un metro e mezzo; presenta piccoli fiori caliciformi di color porporino-violaceo e bacche nere e lucide.

Tutta la pianta, ma soprattutto le bacche, possono dare una sintomatologia tossica, comune peraltro ad altre piante della famiglia delle Solanaceae, conosciuta come “sindrome anticolinergica”.
I sintomi sono condensati in una vecchia filastrocca inglese:

caldo come una lepre” (aumento della temperatura corporea)
cieco come un pipistrello” (dilatazione pupillare)
secco come un osso” (blocco della sudorazione e della salivazione)
rosso come una barbabietola” (congestione del volto e del collo)
matto come una gallina” (eccitazione psico-motoria, allucinazioni).