Liceo Scientifico Galileo Galilei

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Percorso tra la storia e il verde

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Trentino — 30 maggio 2010

Percorso tra la storia e il verde

Aperto il «Parco didattico» che racconta la geologia e la botanica trentina


di Maddalena Di Tolla Deflorian

TRENTO. La città ha un nuovo parco. E' un viaggio nella geologia e nella botanica del Trentino, su un comodo percorso, agibile per i disabili, che si snoda su una superficie di due ettari e mezzo, fiancheggiato da 1300 metri quadrati di muretti a secco restaurati, nel grande parco del Liceo scientifico Galileo Galilei. E' il nuovo Percorso didattico "Itinerari di natura", allestito sull'area dove dal 2003 il Servizio Conservazione della natura della provincia ha recuperato i terrazzamenti un tempo a uso agricolo, sulla collina di Mesiano.
Il parco è stato inaugurato ieri, di fronte alle autorità e agli esperti del Museo. Il Protocollo d'intesa per la sua gestione affida la curatela scientifica al Museo di Scienze, la manutenzione alla Provincia e la gestione al Liceo Galilei. «La nostra scuola si apre al mondo esterno» ha esordito il Dirigente Aldo Gabbi. Il percorso sarà fruibile dalle scuole da settembre, con visite guidate curate dal Museo. Ieri però tutti suggerivano che un parco così bello e comodamente raggiungibile, in città, debba restare aperto anche al pubblico e ai turisti. Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, si è detto disponibile a collaborare e a trovare i finanziamenti per aprire il Parco al pubblico, magari durante il fine settimana.
La motivazione iniziale dei due insegnanti della scuola promotori del progetto era creare un percorso geologico. Poi l'idea ha preso forma e il Liceo, in collaborazione con il Museo di Scienze, ha allestito un percorso con pannelli didattici, che racconta la stratificazione geologica del territorio trentino accanto ai diversi paesaggi vegetali. «Si trovano i vari tipi di vegetazione, secondo la naturale successione altitudinale. - spiega Francesco Rigobello, botanico del Museo - Una notevole varietà botanica caratterizza il nostro territorio, passando dal leccio a piante tipicamente alpine. Sul percorso troviamo alberi e arbusti comuni, la vegetazione delle coltivazioni tradizionali ma anche quella infestante». Lungo il sentiero si trova poi una serie di tredici bellissime pietre, raccolte nei depositi dei cantieri montani del Servizio Conservazione della natura. «Possiamo considerare questi elementi come pietre miliari. Rappresentano i principali litotipi (conformazioni rocciose, ndr) del territorio», racconta il geologq Paolo Ferretti, che con altri ha curato l'aspetto scientifico. Si scorre in meno di un chilometro una storia geologica di oltre trecento milioni di anni. Ci sono rocce metamorfiche, graniti come quelli di Cima d'Asta o quelli rosa di Predazzo, porfidi e arenarie, calcari e dolomie fino ad uno splendido blocco della famosa tonalite dell'Adamello. Al termine del percorso, su una terrazza con bella vista sul monte Bondone, un pannello illustra una sua caratteristica: la visibilità di una linea geologica sinclinale e di una anticlinale (mostrate nel pannello). «Questi elementi dimostrano che il Bondone è una grande piega compressiva, frutto di una lunga storia di forze potenti», spiega Ferretti. Lungo il percorso non mancano una fonte con piantina di capelvenere e un corso d'acqua con tipica vegetazione riparia.