Gli schieramenti
Cominciò così la lunga guerra civile, dove entrambe le parti ricevettero aiuti
dall'estero: Hitler e Mussolini, rappresentati rispettivamente dalla Legione
Condor e dal Corpo Truppe Volontarie (CTV), sostennero le truppe di Franco con
consistenti aiuti in armi e uomini, mentre l'URSS di Stalin e il
Messico
appoggiarono i repubblicani, che ricevettero anche il sostegno delle Brigate
Internazionali.
Le grandi
democrazie come la Francia e l’Inghilterra mantennero invece una posizione
ambigua e di sostanziale neutralità che finì per favorire i fascisti di Franco.
I
ribelli mostrarono grande unità d'azione; il generale Francisco Franco si
proclamò capo della
Falange nazionalista, un movimento politico di ispirazione fascista
che intendeva lottare per una Spagna ideale, la Spagna di sempre, la Spagna al di là del tempo presente, la Españolidad
. Questa idea si collegava strettamente alla fede cattolica ritenuta la vera essenza della
Spagna.
Il fronte opposto, detto
Fronte popolare,
capeggiato da Juan Negrín, era
meno compatto: includeva socialisti moderati e anarchici, comunisti e
autonomisti baschi e catalani. Tale espressione
politica fu infatti coniata negli anni Trenta del XX secolo, per indicare
l'alleanza in funzione antifascista tra socialisti, socialdemocratici, partiti
della sinistra e comunisti. Nel corso della guerra, ogni fazione del
fronte popolare sviluppò una differente visione della nuova Spagna: la
frammentazione delle forze repubblicane, tra cui militavano anche trozkisti,
stalinisti e marxisiti, portò, verso la fine della guerra civile spagnola, alla
morte della repubblica.
La coesione del governo repubblicano infatti era fortemente scossa dallo scontro
in atto tra comunisti e socialisti moderati da una parte, preoccupati di
salvaguardare la sopravvivenza della repubblica democratica, e anarchici,
trotzkisti ed estrema sinistra socialista dall'altra, che davano priorità alla
rivoluzione sociale.
Non indifferente, in particolare nella difesa di Madrid, però, fu
l’appoggio delle Brigate Internazionali, che lottarono a fianco del governo
repubblicano in formazioni di volontari antifascisti provenienti da tutto il
mondo.
Significativa a riguardo è la frase di Carlo Rosselli: “Oggi a Madrid domani a Roma, siamo antifascisti poiché non misuriamo la patria a cannoni e a frontiere, la nostra patria corrisponde con quella di tutti gli uomini liberi.”
Simbolo della guerra civile fu la famosa foto di R. Capa che immortalava un miliziano repubblicano che cade morendo sotto i colpi dei fascisti: è il simbolo grafico del motto dei repubblicani coniato dalla segretaria del Partito Comunista Spagnolo, Dolores Ibarrurri, per cui era “meglio morire in piedi che vivere in ginocchio.”
R. Capa: Guerra di Spagna, campo repubblicano (5 settembre 1936)